Il tempo della Sostenibilità

Cristina Lambiase


di Cristina Lambiase

16  Settembre 2021

Scrive Sant’Agostino nell’XI libro delle Confessioni: “Io so che cosa è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo”.

La sostenibilità nelle sue molteplici affermazioni e dimensioni vive tempi fra loro non allineati ma univoci nel richiamare il fondamento delle sue azioni, la radice-metronomo che stabilisce priorità e modalità.

Agenda Onu 2030: cosa significa? Non è uno scadenziario di azioni da compiere, un memo a ricordarci quanto siamo bravi o cattivi nelle nostre scelte, non è una spilletta su un palco per essere fra quelli “intelligenti”. 

Intendere così questa grande architettura delle Nazioni Unite, è fuorviante – e possiamo anche farcene una ragione – ma sostanzialmente distruttiva nelle “regole di ingaggio” in cui il tempo avvolge il senso dell’agire. 

NON SIAMO ATLANTIDE si dichiara paladino degli Obiettivi 5 e 12 dell’Agenda. Il 12 è Consumo e Produzione Responsabili: costruire catene di valore più circolari, innovative, ed efficienti nell’utilizzo delle risorse per costruire resilienza economica, ridurre l’esaurimento delle risorse naturali, l’inquinamento, le emissioni di gas serra, la perdita di biodiversità e la distruzione degli ecosistemi.

In questi concetti dove si colloca il Tempo?

Ci ispira uno dei nostri Esploratori 2021 il professore di musica Mauro Costantini. Parole come onde calme sui nostri letti mentali irregolari:

“In primo luogo dovremmo chiederci se la sostenibilità sia un concetto applicabile alla musica.
Va chiarito, innanzitutto, che la musica ha a che fare con l’elemento attorno al quale si sviluppa l’esistenza di ogni essere vivente: il tempo.
All’interno della dimensione temporale, scansione ritmica, le idee astratte si traducono in rapporti sonori concreti, melodia e armonia, che, verranno percepiti da chi si porrà in ascolto come musica ed essa sarà giudicata sostenibile se sarà bella o, al contrario, non sarà ritenuta sostenibile se non rispetterà equilibri di tipo sostanziale e formale.
L’analisi dell’oggetto musica alla luce dell’intima connessione di esso e di quella dell’essere umano con la componente del tempo, ci permette di spostare la riflessione a un livello ancora più profondo.
L’esperienza della musica, infatti, per chi la crea e per chi ne trae beneficio, dovrebbe condurre il singolo individuo e la comunità degli uomini a chiedersi quanto l’idea di sostenibilità sia applicabile al concetto del tempo e, sopratutto, all’utilizzo che quotidianamente ciascuno di noi di esso ne fa.“

#NONSIAMOATLANTIDE2021

#Aquileia25settembre2021